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Anni '80. Un antico palazzo nel centro storico di una cittadina toscana oggetto di avido interesse da parte di varie cordate d'affari. Un quarantacinquenne figlio diseredato di notaio, Andrea, senza mestiere e senza redditi, che all'interno del palazzo conserva uno stile pigro da gran signore. Un duetto amoroso segreto e spinoso con l'amica e compagna di liceo, Miranda, la cui acuta sensibilità percepisce con paura, minacciose mutazioni che mandano segnali dalla prospera e godereccia società cittadina. Due giovanissimi figli di un'altra amica dei tempi liceali, Lisa, che prima di suicidarsi scrive ai vecchi compagni di curarne l'educazione. E per un giovane che voglia vendicare il suicidio della madre che via percorrere? La politica, già allora, inizio anni '80, già allora nel cuore rosso d'Italia, la politica come arricchimento e potere. "Ispida stella" è un romanzo la cui trama si basa su di un continuo rimando fra un diario risalente a metà ottocento, da cui effettivamente Lia Tosi ha attinto personaggi, situazioni e atmosfere e i primi anni '80. Anni in cui sembra che gli accadimenti e i personaggi non siano di molto cambiati. Le stesse trame "buie e avvolgenti" della politica di allora sembrano riflettersi in quella di oggi; le stesse cupidigie, egoismi e sopraffazioni sembra che col passare di qualche secolo si siano ancor di più irrobustiti.